Nadàr Solo

nadar solo

CHI SONO?
Chitarra, basso e batteria, da Torino con furore.

COSA SUONANO?
Un alternative rock raffinato e grintoso, che ti incanta con la poesia dei testi per poi stravolgerti con l’energia del sound.

PERCHÉ VENIRE AD ASCOLTARLI?
Il quantitativo di sudore che lasciano sul palco ad ogni concerto parla da solo sulla potenza dei loro live, ma se non siete convinti sappiate che hanno a più riprese collaborato con Pierpaolo Capovilla de Il Teatro degli Orrori: se piacciono a lui perché non dovrebbero piacere a voi?

#anltascolta

VUOI SAPERNE DI PIÙ?
La parabola ascendente dei Nadàr Solo, trio torinese composto da Matteo De Simone (voce e basso), Federico Puttilli (chitarra) e Alessio Sanfilippo (batteria), sembra inarrestabile. Dall’uscita lo scorso febbraio dell’album Diversamente, come?, trainato dal successo del singolo “Il vento” realizzato con Il Teatro degli Orrori, si stanno confermando sempre di più come una delle live band più intense ed emozionanti attualmente in circolazione in Italia.
Hanno collaborato con i Perturbazione e con Levante, e partecipato ai tour di artisti come Tre Allegri Ragazzi Morti, Il Teatro degli Orrori e Zen Circus. Lo scorso febbraio hanno preso parte al progetto Soundsfood, registrando con Pierpaolo Capovilla una rivisitazione di Musica Ribelle di Eugenio Finardi, che ha ricevuto l’apprezzamento dello stesso autore originale.

THE SOFT MOON

The Soft Moon

CHI SONO?
Frontman del trio americano è il visionario tuttofare Luis Vasquez.

COSA SUONANO?
Sonorità post punk dal carattere cupo, ipnotico ed inquieto.

PERCHÉ VENIRE AD ASCOLTARLI?
Se ve li siete persi in apertura dei Depeche Mode durante il loro ultimo tour europeo, questa è la vostra occasione. Se no sapete già perché venire.

#anltascolta

VUOI SAPERNE DI PIÙ?
The Soft Moon,  guidati dal visionario compositore americano Luis Vasquez, vengono scelti come opening del tour 2014 dei Depeche Mode dopo l’uscita del loro secondo LP ZEROS. Scritto e registrato “on the road” – e stavolta supportato da una vera e propria band – ZEROS è un album a metà tra la New York dei Suicide e la Manchester più oscura marchiata Factory Records. Vasquez si conferma un figlio legittimissimo del post punk.
Ci sono stati dei cambiamenti dall’uscita nel 2010 dell’album d’esordio. Mentre l’omonimo album Soft Moon era stato registrato in totale solitudine e senza nessuna reale aspettativa, quasi come uno sfogo personale, i nuovi 10 brani che compongono ZEROS sono stati scritti e registrati on the road pensando a un ipotetico pubblico che li ascoltasse. Il suono di Soft Moon si è espanso, divenendo quello di una full band; ma i suoni, sebbene più curati e precisi (il produttore è Monte Vallier) sono sempre quelli orrorifici, onirici e primordiali che avevano segnato l’esordio Soft Moon.
ZEROES è un viaggio compatto e coerente, un’immersione nell’inconscio più nero, nell’oscurità più inquietante, ZEROES è un sogno in cui è possibile sentire la paura, l’angoscia, la nostra umanità più profonda e dolorosa. La forma canzone viene ormai del tutto abbandonata, e le singole tracce sono tasselli di un discorso più ampio, frammenti sonori di un immaginario sonoro e visivo ben preciso. Gli elementi del viaggio sono il krautrock, la dark wave, l’industrial e il punk.

A U S T R A


CHI SONO?
La voce pazzesca di Katie Stelmanis e i suoi amici Maya, Dorian, Ryan, Sari & Romy. From Canada, with love.

COSA SUONANO?
Un electro pop a dir poco raffinato – e non potrebbe essere altrimenti, con una vocalist del genere.

PERCHÉ VENIRE AD ASCOLTARLI?
Chi li ha sentiti dal vivo almeno una volta, non ha bisogno di sentire ulteriori ragioni. Per chi ancora non avesse avuto il piacere, possiamo solo dire che il loro live vi darà tutto quello che un live vi può dare: farà gioire le vostre orecchie (e i vostri occhi), vi farà emozionare e vi farà ballare. Ma, soprattutto, venite a sentirli perché sono incredibilmente bravi.

#anltascolta:

VUOI SAPERNE DI PIÙ?
Gli Austra, trio indie-electro canadese nato nel 2009 a Toronto, si forma attorno alla figura di Katie Stelmanis (voce e tastiere). A lei si uniranno la sua ex compagna della band Galaxy, Maya Postepski (batteria), il bassista degli Spiral Beach Dorian Wolf, Ryan Wonsiak (tastiere), Sari & Romy Lightman (seconda voce).
Katie Stelmanis ha una formazione classica: in lei questa confluenza di classica ed elettronica sono indissolubili. All’età di 10 anni entra nel Canadian Children’s Opera Chorus, dove cantava abitualmente per la prestigiosa compagnia canadese d’Opera. Una settimana prima dell’inizio della scuola la cantante prende però la decisione che influenzerà la sua carriera musicale: non andare al college, trovare un lavoro, risparmiare per cinque anni per fare poi il suo primo tour.
Spronata dal suo lavoro di produzione di colonne sonore per spettacoli teatrali locali, inizia ad immergersi nella musica elettronica. Nel 2008, dopo aver suonato con le Galaxy per tre anni, la Stelmanis pubblica il suo album di debutto da solista Join Us.
Tre anni dopo, con l’aggiunta di Postepski alla batteria, ex membro delle Galaxy, e di Wolf, ex bassista degli Spiral Beach, Austra è riuscita a realizzare Feel It Break, il loro album d’esordio.
Lo scorso giugno esce Olympia, che rappresenta per Austra l’album della trasformazione: il nuovo lavoro presenta un’evoluzione nel suono, nella struttura e nello stile del gruppo. È un album confessionale per la Stelmanis, come testimoniano i testi del primo singolo Home. Olympia, mixato da Damian Taylor (Bjork, The Prodigy, UNKLE), è un disco frizzante e vivace, pieno di suoni elettronici.

HIS CLANCYNESS

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CHI SONO?
Johnatan Clancy porta un po’ di Canada a Bologna, accompagnato da una gang di amici di vecchia data.

COSA SUONANO?
un dream-pop raffinato, che strizza sempre l’occhio ad un sound decisamente internazionale.

PERCHÉ VENIRE AD ASCOLTARLI?
Perché, lo speriamo per loro, la prossima volta vi costerà almeno il doppio.

#anltascolta:

VUOI SAPERNE DI PIÙ?
His Clancyness è Jonathan Clancy, ragazzo di Ottawa da anni di casa a Bologna. La sua musica è stata definita dream pop, un viaggio veloce attraverso 50 anni di western pop, kraut e cultura psych. Ha pubblicato su cassetta Hissometer EP per la cult label Secret Furry Hole e – per l’etichetta americana Mirror Universe (Toro y Moi, Washed Out, Active Child) – Always Mist, da poco ristampata in vinile 12” da Secret Furry Hole in collaborazione con Splendour e Sixteen Tambourines Records.

His Clancyness dal vivo si trasforma in quartetto, accompagnato al momento da Jacopo Borazzo, Giulia Mazza ed Emanuela Drei, ed ha portato la sua musica dal vivo in Italia, Uk e Stati Uniti condividendo il palco con Women, Casiotone For The Painfully Alone, Cloud Nothings, Handsome Furs, The Pains Of Being Pure At Heart, Akron/Family, Veronica Falls, Lotus Plaza e Pure Ecstasy. Il singolo, Summer Majestic, tradotto in immagini dal videomaker Jamie Harley, è stato scelto dalla rivista Rolling Stone come uno dei migliori della stagione passata.
Nel 2011 ha pubblicato un singolo 7” per l’etichetta giapponese Sixteen Tambourines, uno split 7” con la band Shimmering Stars per l’etichetta norvegese Splendour e uno con The Babies per l’etichetta romana Keep It Yours.

A Settembre 2012 His Clancyness sono entrati in studio a Detroit per registrare con Chris Koltay (Atlas Sound, Lotus Plaza, Akron/Family, Liars, Dirtbombs) quello che sarà il vero e proprio album di debutto della band previsto per il 2013, Vicious, uscito per FarCat Records. Il 2013 è anche l’anno di tour importanti, quali band di supporto di Deerhunters, Widowspeak e Maximo Park.

SOVIET SOVIET

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CHI SONO?
Tre ragazzi originari di Pesaro, già patria dei Be Forest e dei Brothers in Law.

COSA SUONANO?
Solido e veloce post-punk.

PERCHÉ VENIRE AD ASCOLTARLI?
Sono una di quelle band che, almeno una volta nella vita, dovresti sentire live; una di quelle band che ti convincono – anche se nella vita ascolti solo quel gruppetto di tuoi amici che conoscete solo tu e il tuo gatto.
Se questo non dovesse convincere te (o il tuo gatto, gatto diffidente!), per Pitchfork, The Fader e Stereogum sono una delle migliori formazioni post punk in circolazione.

#anltascolta:

VUOI SAPERNE DI PIÙ?
I Soviet Soviet nascono tra Fano e Pesaro nel 2008 e sono formati da Alessandro Costantini alla chitarra e voce, Alessandro Ferri alla batteria e Andrea Giometti al basso.
Già nel 2009 autoproducono i loro primi due EP dai titoli No Title e Soviet Soviet. I due CD ottengono un buon successo di critica, tanto che il gruppo viene recensito anche su Pitchfork.
Nel 2010 pubblicano, per l’etichetta franco-inglese Mannequin, uno split con i Frank (Just Frank), di cui parlerà anche Simon Reynolds nel suo libro Retromania. Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato.
Nel 2011 esce l’acclamatissimo EP Summer, Jesus al quale segue una instancabile attività live in tutta europa fino alla Russia.
Alla fine di Ottobre 2013 la band ha aperto le date italiane dei PiL, scelti da John Lydon in persona e ha suonato negli USA per promuovere il disco d’esordio, ‘Fate‘, pubblicato a Novembre dello stesso anno per la newyorkese Felte Records.

Wemen

wemen

CHI SONO?
Albanian Paisley Underground, a Milano.

COSA SUONANO?
grunge, punk, post-punk e wave britannica. O albanese.

PERCHÉ VENIRE AD ASCOLTARLI?
per scoprire che suono ha la periferia europea piena di lavoro a tempo determinato, solitudini, birra in lattina e cibo fritto.

#anltascolta:

VUOI SAPERNE DI PIÙ?
Gli \emen si formano a Milano nel 2010.

Dopo due anni di prove, concerti, demo autoprodotti e remix fortunati come “Choose Your Fault” ad opera dei Casa del Mirto, nel 2012 pubblicano per l’etichetta fiorentina Black Candy Records uno split album con i fiorentini The Hacienda.

E’ l’inizio di una collaborazione che li porta, a gennaio 2014, al primo vero disco: “Albanian Paisley Underground“ è il debutto su lunga distanza, definito dalla rivista Rumore “revisionismo di classe” e ora disponibile in free download sulla pagina Bandcamp della band. Intitolato parafrasando il contenuto di una recensione live, è una collezione di 10 canzoni che oscillano dal rock al post punk, dal reggae al britpop, nel segno di una contaminazione totale. Emergono schegge psichedeliche nevrotiche come “Tremerai Ancora”, assalti alla depressione capitalistica come “Young Ebenezer”, storie di provincia meccanica in levare come “Jim & Jam” o la dolcissima ballata di chiusura “Will Be Fine”.

Attualmente in tour, stanno lavorando al secondo album.

Line up: Carlo Pastore (chitarra, voce) \ Riccardo Dellacasa (basso, cori) \ Alberto Pilotti (chitarra) \ Andrea Ferro (batteria)