I live acustici sul lago Sirio

unplugged sul lago sirio

A Night Like This Festival ha fatto della piattaforma sul Lago Sirio il proprio biglietto da visita, e ha preparato una speciale occasione da vivere insieme proprio su quella sponda, davanti all’ingresso del camping, dalla tarda mattinata di domenica 20 Luglio.

A tenerci compagnia durante l’hangover più felice dell’estate ci penseranno gli esclusivi show acustici di BORDO & GLI SCLEROPATICI e BAND BUNKER CLUB!

I Live Acustici sul Lago Sirio

Lavi

A Night Like This Festival ha fatto della piattaforma sul Lago Sirio la propria immagine di presentazione, e ha preparato una speciale occasione da vivere insieme proprio su quella sponda, in corrispondenza dell’ingresso all’area camping, dalla tarda mattinata di domenica 21.
Si esibiranno per noi in esclusivi show acustici due gruppi che hanno animato già lo scorso anno il festival “completo”: Lavinia! e Pocket Chestnut.

Il Palco del Quieto Vivere

I Croco sul Palco del Quieto Vivere

I Croco sul Palco del Quieto Vivere

Nel giardino verdissimo appena oltre l’ingresso al festival e di fianco alla struttura della pluriuso vi attende il gazebo del Palco del Quieto Vivere.

I concerti acustici tutto il pomeriggio, la fontanella, il fresco e la posizione riparata dalla pressione sonora dei due palchi più “rumorosi”  ne fanno la posizione ideale per un momento di relax.

 

 

Lavinia!

Lavinia!

 

 

Indie Folk Cantautorale

Nata l’11/11/1991, data palindroma che ha sempre amato, Lavinia cresce a Udine, iniziando a studiare il pianoforte a sette anni e, pochi anni dopo, a mettere in fila i primi accordi sulla chitarra di suo padre. Durante il liceo inizia a capire quanto la musica sia fondamentale per la sua vita, e a soli 16 anni inizia a condurre il programma “School’s Out” su Radio Onde Furlane, dedicato inizialmente alle band liceali e in seguito alle etichette indipendenti. Nel frattempo stringe amicizia con molti musicisti friulani e, da quando aveva 13 anni, compone canzoni in cameretta, fermamente convinta di non farle ascoltare a nessuno. Convinzione che rimane ferma fino a una sera in cui l’amico e vicino di casa Matteo Dainese (aka Il Cane, ex batterista di Jitterbugs e Ulan Bator, fondatore della Matteite Records) le ascolta, quasi per caso. Da lí nasce la collaborazione che porterà a Magadasca, primo disco della cantautrice. Inizia un tour che vedrà la collaborazione di Stefano Pasutto (Tre Allegri Ragazzi Morti, Man On Wire) alla chitarra elettrica. Nel frattempo Lavinia si è trasferita a Milano per frequentare il corso di economia dell’arte presente in Bocconi, dove attualmente studia, curando la direzione musicale della radio universitaria e continuando a suonare sia con il suo progetto solista, sia con i Nobody Cried For Dinosaurs, band indie rock milanese che l’ha adottata da poco tra i suoi ranghi. Nuove canzoni sono in arrivo.

– Facebook: http://www.facebook.com/pages/Lavinia/169448303092756
– Bandcamp: http://laviniapuntoesclamativo.bandcamp.com/

Reviews

 

“(…) Dieci tracce col punto esclamativo a cornice di uno specchio sull’adolescenza che fugge, vocalità ancora acerba ma doti e stoffa che si intuiscono tra le righe, nell’interpretazione, nel delineare a pastello vividi tratti di realtà coetanea. Arpeggi morbidi di chitarra acustica, giochi di glockenspiel folkpop, raddoppi vocali: Sempreverde intensa e scorrevole, già dice cosa aspettarsi.

E subito una cover destrutturata per quanto fosse possibile agire ancora, Anyone else but you dei Moldy Peaches tradotta in italiano con Juno, leggera e contagiosa (cfr. Le-Li, Les Manges Tout) sempre con Matteino nel dialogo: “la tua auto ormai parla di me, ci trovi un po’ di tutto, dvd mp3″… Non lo so assume toni più complessi e intensi rispetto la minimale tessitura precedente, nell’avviluppo strumentale e nel loop degli arrangiamenti -con il violino di Violetta Lucia in evidenza- le Pony Up sono a un tiro di schioppo, mentre Labirinto è forse l’episodio migliore del lotto, un gran refrain a emendare il vago sospiro oratoriale della strofa, una facilità di simbiosi tra parole e suono che abbiamo già ascoltato da Van Houtens, e Il piccolo principe si addentra nel baby rock, di quelle favole che si twittano ai bambini prima di dormire.

L’ombra di una cometa grave d’arco, “il black out di Dio” nasconde le stelle per una sera, il gran drumming di Dainese e i cori fanno il resto per colorare il pezzo come quegli albi nelle vecchie cartolerie; Mani vicine non fa che confermare il buon lavoro retrostante e preparatorio, “concettuale” direi nella vestizione del disco, la voce di Lavinia non tradisce i suoi diciannove anni sopra una struttura adulta, non è toy pop nè twee. Rush finale con Quest’arte morirà, titolo doppiamente impegnativo, il clarinetto rigoglioso di D’Agostin e gli “occhi di una superstar della radio” veloce di sogni e consapevolezze da sfrondare, segue Due matti a ricorrere il tema dalla cover di Juno, un rapporto apparentemente improponibile sotto lo sguardo puntuto di “dentisti in BMW”, evidente che la scrittura è ancora adolescenziale e quindi c’è da attendersi uno scatto in questa direzione e l’esito elettrico maturo potrà aiutare.

Chiude Al diavolo l’anima, piccolo calembour abbastanza riempitivo nei poco sensati cinque minuti, ma non inficia assolutamente gli effetti di quella che è già più di una promessa, incastonata in un team di lavoro adeguato ed efficace made in Friuli.” ItalianEmbassy

 

“Cantautrice udinese, Lavinia, è, come dire, quella che nel suo tempo libero passa a fare qualche trasmissione indie rock con i suoi amici a Radio Onde Furlane, oppure la becchi a qualche concerto, dall’homepage festival del Cormôr, agli eventi de La Tempesta dei TARM.

E poi scopri che scrive canzoni e realizza pure un disco: Madagasca è nato negli ultimi mesi in seno alle Matteite Records di Matteo Dainese. Ma non solo, a questo debutto ci hanno lavorato altri personaggi noti della scena indie friulana quali Enrico Molteni, Lucia Gasti, Stefano Pasutto, Matteo Nimis, Roberto D’Agostin, Simone Sant, e Federico Mansutti.

E così la musica adolescenziale e molto naif di Lavinia si colora di arrangiamenti coinvolgenti come il gioco di suoni dell’iniziale Sempreverde, o la love-song tenue-tenue a due voci, di Juno. Tutto molto dolce e delicato, con quel gusto adolescenziale alla TARM di un tempo, e mi piace in proposito il richiamo all’uomo nero di Non lo so. Ha quel tocco intellettualoide alla Donà che ti compare davanti ascoltandoti Il piccolo principe, oppure quel richiamo onirico alla Flaming Lips di Mani vicine. E poi a me piacciono le chitarre dinamiche di Quest’arte morirà, che ti travolgono in modo raffinato (?).

Ci sono tanti sogni, tanta poesia, tanta delicatezza in questo primo disco di Lavinia, cantautrice naif per chi ha abbastanza sensibilità da fermarsi ad ascoltare. Credo sia un buon debutto ed è pure ammirevole che tutta questa squadra di musicisti abbia voluto credere in lei, riempiendo le sue canzoni di suoni onirici e atmosfere surreali. Si, fatela scrivere, cantare, sognare, da questa delicatezza naif non può che nascere qualcosa di buono… ”  Musicologi

Croco

CROCO

Lo – Fi Pop

Croco nasce, in barba a qualsiasi verosimiglianza naturalistica, nell’autunno del 2010, ennesima variazione sul tema lui/lei. Lui e lei che, musicisti da sempre, dopo essersi già trovati a suonare assieme all’interno di un gruppo, decidono di mettersi in proprio e di contare solamente sulle proprie forze; lui e lei, dicevamo, e basta. L’obiettivo è quello di raggiungere il grado zero della propria scrittura, così da provare finalmente a chiudere il cerchio delle proprie ossessioni. Per fare ciò servono innanzitutto una chitarra e un basso, e poi una drum machine e una vecchia tastiera, più altri strumenti da aggiungere all’occorrenza. Quella che viene fuori è una musica notturna, a tratti sensuale, sospesa tra un’elettronica un po’ low fi e suoni più elettrici/acustici, dove il sacrosanto riconoscimento dell’importanza del ritmo per una buona canzone pop non distrae dalla ricerca della melodia perfetta.

Sono una manciata di canzoni, sono una serie di istantanee un po’ sfocate dove convivono la voglia di raccontarsi e il piacere affabulatorio di raccontare, sono lui e lei, come da copione, con i capelli un po’ arruffati, gli strumenti sottobraccio e lo sguardo fisso chissà dove.

– Facebook: http://www.facebook.com/listentocroco

– Soundcloud: http://soundcloud.com/croco-o/sets/lovepotion#

– Bandcamp: http://gonecore.bandcamp.com/album/croco-ep

L'Officina Della Camomilla

L'officina della camomilla

Indie Folk

“Di cosa stiamo parlando? Difficile definirlo. Un tizio che vomita un arcobaleno, per esempio.”

L’officina della camomilla è un movimento artistico, culturale, musicale, filosofico, poetico, invernale, gastronomico, calcistico, randagio/casalingo, estremamente mattutino fondato sulla tristezza e sui biscotti.
Musica da cameretta che sviluppa la fantasia e le sbronze altrui. Inni alla droga e a tutto ciò che è colorato.

Canzoni da cameretta, testi che sono poemi adolescenziali e polaroid pop, arrangiamenti minimali lo-fi di chitarra acustica e tastiere giocattolo.

I componenti sono:

Francesco De Leo (voce, testi, chitarra), Claudio Tarantino (tastiere casio, giocattoli), Marco Amadio (basso).

tutti i brani (disponibili in rete) sono registrati con garageband 09.

– Facebook: http://www.facebook.com/pages/Lofficina-della-camomilla/110383238992084

- Soundcloud: http://soundcloud.com/lacamomilla/

Reviews

“Cosa può nascere dalla barbarica unione tra voci impastate dalle notti insonni, chitarre scordate, tastierine giocattolo e mal di vivere post-adolescenziale? Se a dosare il tutto è una mente sensibile e distorta con una spiccata vena poetica, il caos può partorire una creatura bella come L’Officina Della Camomilla. (…)

Il malessere esistenziale viene rigurgitato in un flusso caleidoscopico, lontano dalla rabbia giovane e cieca, generando un folkitsch che trascina con sé Piero Ciampi e gli MGMT, Dente e Dino Fumaretto, prende Vasco Brondi e lo immerge in una sostanza caramellosa e malsana. Così piace a Francesco De Leo, mente e corpo dell’Officina della Camomilla (annata ’91, giusto per chiarire).”  Federico Anelli per Shiver Webzine

 

“Come faceva la canzone? Ti amo, poi ti odio, poi ti amo. Ecco, il disco dell’Officina della Camomilla è tutto qui. A fasi alterne, si passa dal fastidio alla piacevolezza, dalla voglia di abbracciarli a quella di insultarli. A respingere sono registrazione ai limiti dell’incomprensibile, voci improponibili, musiche pressoché inesistenti.

In sintesi, un’esaltazione dell’estetica lo-fi da cameretta talmente sfacciata da sembrare pretestuosa, quasi paracula. Roba che, messa così tutta in fila, dà l’effetto del classico gessetto strisciato sulla lavagna. Eppure, ascoltando il disco, ci si ritrova (molto) spesso a sorridere.

È vero, c’è tutto quello appena descritto, ma c’è anche un approccio a metà tra il gioco e il twee, capace di smorzare ogni pretenziosità e di buttarla nel cazzeggio tra amici, con dosi di ingenuità e spontaneità tali da ribaltare le prime impressioni negative. L’Officina della Camomilla riesce infatti a creare un mondo tutto suo. (…) Così finisci per perderti e divertirti, dicendo che in fondo non sono per niente male. Pochi minuti dopo, però, sei già pronto a premere stop giurando di non volerli ascoltare più. Ti amo, poi ti odio, poi ti amo. Basta saperlo.” ROCKIT

L'orso

L'orso

Twee Folk

L’orso è un paesaggio.
L’orso è quel paesaggio che attraversi in bicicletta quando dal paese ti dirigi verso la città.
E’ un’idea colorata e musicata da un collettivo in continuo divenire, guidato da Mattia Barro (voce, chitarra, testi e canzoni), di Ivrea, la Piccola Città delle macchine da scrivere e da Tommaso Spinelli (basso e voce), di Milano, la Grande Città delle periferie centrali.

Ad accompagnarli nelle musiche anche da Christian Tonda (chitarre tastiera), Davide Lelli (tromba), Gaia D’Arrigo (archi e archetti), Matteo Romagnoli (pulsanti e bottoni), Giulio Scarano (batteria) e Alberto Bebo Guidetti (produzione);  alle immagini e alle matite invec Federica Orlati (teatrini di carta e paesaggi), Chiara Esposito (fotocamere e cuori), Giordano Poloni (illustrazioni e pastelli), Silvia Mangosio (matite e visi).

Dopo una prima uscita discografica autoprodotta a febbraio 2011, L’adolescente EP, escono con Garrincha Dischi all’interno delle compilation Il Cantanovanta ed Il Calendisco e con il loro secondo EP, La provincia.

– Facebook:  http://www.facebook.com/lorsoband

– BandCamp: http://garrinchadischi.bandcamp.com/album/la-provincia-ep

 

Reviews

“La Provincia è il significativo titolo scelto per un lavoro che vuole ritrarre il cammino di quell‘Adolescente uscito dal torpore della piccola città per avviarsi alle delusioni della metropoli. E come quel giovane, è lo stesso collettivo “in divenire” ad essere cresciuto, e a mostrarsi oggi (positivamente) maturato.

Bastano 15 minuti perchè Barro e compagni ci regalino diapositive di vita vissuta attraverso la scrittura originale e ricercata che avevamo già conosciuto in passato: un autobiografismo che tocca l’esasperazione nel momento in cui si dimostra tuttavia puntualmente capace di comunicare qualcosa di “universale”.

La conquistata maturità si esprime anche a livello musicale attraverso il caleidoscopio di generi ed atmosfere che vengono convogliati in direzione di un pop d’autore malinconico e leggero la cui impronta risulta alla fin fine inconfondibile.” Eyeon

La Provincia (Garrincha Dischi, dicembre 2011) é la riconferma di tutto ciò che di buono si é sentito nell’EP precedente. Stavolta ci sono alcune novità: le percussioni, le chitarre più elettriche rispetto all’esordio, i fiati. Il risultato in generale é assolutamente piacevole, ma viene un po’ persa l’ingenuità e la spensieratezza dell’esordio.

Scelta comunque necessaria, almeno per evitare di ripetere la formula del primo extended play. I pezzi sono tutti comunque di altissima qualità: segnalo Avere Ventanni e Quanto Lontano Abiti?, decisamente le vette di questo altro ottimo EP. ” PhotosMusicReviewsArt

Le Fric d'Afrique

Le Fric d'Afrique

World Music

Attivi ormai da un decennio, le fric d’afrique nascono dal vivo, presentando un repertorio di “pezzi del cuore” in concerti, iniziative sociali, matrimoni e feste.
Nel luglio 2005 esce il primo CD con 8 brani originali e inediti, “le fric d’afrique”. Le storie, i viaggi, le emozioni e i ricordi portano alla necessità di scrivere. Così in questa prima uscita discografica, autoprodotta, lo stile musicale eclettico dei Le Fric d’Afrique, si arricchisce della parola.
Di aprile 2010 e’ la nuova uscita discografica dei Le Fric d’Afrique, “Dora”. Dieci brani in cui l’etno-folk del gruppo si raffina ulteriormente, e in cui i testi parlano di persone, luoghi, sentimenti, e di questo angolo di terra in cui sembra che il mondo abbia deciso di entrare come un fiume in piena.

– Facebook:  https://www.facebook.com/pages/Le-fric-dafrique/108681552499964

– Myspace:  http://www.myspace.com/lefricdafrique